Domani festeggio i miei primi 3 mesi di sobrietà. Una bambina!
Oggi sono andata a trovare la mia sponsor dopo quasi dieci giorni. La fiducia che instauri con il tuo sponsor è un surrogato di fede divina. Abbiamo parlato delle vacanze, le ho sciorinato le paranoie lavorative, parlato del più e del meno, mangiato biscotti, bevuto decaf con latte senza zucchero e arrangiato di vederci per fare i passi domani sera.
La prima volta che sono entrata in AA ero terrorizzata, dal momento in cui sono entrata nella stanza, al momento in cui ho parlato volevo letteralmente morire. Di paura, di vergogna, di colpa, the more the better. C'erano due uomini, si sono presentati, mi sono presentata, mi hanno chiesto se ero in vacanza da quelle parti - non vivo in italia - e ho risposto che no, sono un'emigrata. Entrano altri due uomini, un altro, altri due, un altro. Non mi sento più le gambe, ho le mani ghiacciate e il nodo in gola. Mi chiedo ma che cosa ci sono venuta a fare, io non sono come questi qui. Dai trenta ai cinquanta, avevano stampato in faccia il peso che solo la colpa di esserti bevuto la moglie, i figli, la casa, il lavoro, gli amici ti può dare.
E io non avevo niente a che spartire con sta gente, io ero una ragazza ordinaria a cui piaceva lasciarsi andare, magari esageravo, ma comunque avrei potuto smettere quando volevo, anche se un po' mi sentivo in colpa....
Ok, diciamo che quattordici anni di sbronze senza limiti...
Diciamo anche che mi sono sentita una merda tante di quelle volte...
Diciamo poi che avevo provato a smettere quelle dieci, undici volte....
Diciamo poi che l'ultima l'avevo fatta proprio grossa, quindi avevo deciso che basta, era ora di smetterla e in fondo un'ora passata a sentire sti vecchi alcolizzati non mi ammazza mica.
Così mi chiedono se voglio parlare. E io dico che non sono affatto un'alcolista (denial is not just a river in Egypt), che magari avevo un problema - ma non grossi come i loro - e che mi vergognavo molto di trovarmi lì soprattutto perchè avevo sperato di trovare qualche altra ragazza. (Speravo ma non ci credevo, affossata, come tutti del resto, in un barile di luoghi comuni sugli alcolisti e sulla A.A.)
Così mi vengono consigliati altri incontri a cui andare, dove sarò sicura di trovare altre ragazze. E io dico quasi quasi ci vado.
E loro mi dicono di tornare, di continuare a tornare agli incontri, che essere riuscita a mettere piede oltre quella porta è stata una conquista enorme, vuoi un caffè, mi raccomando torna.
Mi ripetevano gli slogan della A.A. che iniziai a conoscere con i primi incontri, quelli che si mettono intorno alla stanza "Let Go, Let God" "Keep it Simple" ecc. Quei buoni consigli che facciamo tanta difficoltà a mettere in pratica, così qualche buon'anima ce li ha messi sotto forma di slogan, così ce li ricordiamo al momento più adatto.
È veramente stata dura, l'impresa più ardua della mia vita è stata varcare quella porta e sedermi in quella stanza con quegli uomini che mi hanno regalato un benvenuto da regina!
Tempo di andare, alla prossima!